martedì 30 settembre 2008

Ma che schifo All Star Batman & Robin the Boy Wonder

Quando fu annunciata l'accoppiata della serie, le aspettative erano altissime ma una volta usciti i primi numeri, la delusione dei bat-fan fu unanime.

Uno dei problemi forse è stato l'errore di Miller di adattarsi troppo al disegnatore, così ecco che storie che nel passato venivano raccontante in poche pagine, qui sono allungate da infinite splash page di Lee (qualche volta anche pagine triple) e quando non ci sono queste, le singole pagine sono occupate per metà da una vignetta.
Il tutto non è necessariamente un male, però stiamo parlando di un fumetto, non di un illustration book.

Il problema sono solo queste splash page? No, anche perchè se dietro ci fosse una solida storia, potremmo anche accettarle. La base solida purtroppo non c'è affatto.
Per farvi qualche esempio, nel primo numero assistiamo per BEN 5 PAGINE a Vicki Vale che gironzola mezza nuda per il suo appartamento, scegliendo un vestito da sera. Esattamente il tipo di azione che si aspetta ogni lettore di Batman.
Il secondo numero è un'intera corsa in Bat-Moto che fanno Batsy e Robin. Cosa eccitante in un film, forse, non di certo in un fumetto.
Il bello arriva nel terzo numero, il più noioso! Viene introdota l'All-Star Black Canary che non ha assolutamente nessun legame con quel poco che si è capito della trama. Quindici pagine con cinque intere splash page più una spiegabile che pare messa lì solo per permettere a Jim Lee di disegnare l’attraente donna dalle calze a rete. I personaggi principali si vedono appena in questo numero, questa volta in corsa sulla Bat-Mobile.

Da quel poco di trama che viene fuori, troviamo un Miller in piena Sin City-modalità. L’azione è decisamente più sanguinosa e violenta. Per non parlare della volgarità di alcuni dialoghi…

Questa serie purtroppo ha un personaggio negativo dopo l’altro, che non sarebbe un male se fossero caratterizzati bene. Non abbiamo solo un Batman che non sembra affatto Batman. Dick Grayson si riprende velocemente dal brutale assassinio dei genitori, tanto che lo troviamo immediatamente con la battuta pronta. I poliziotti (ovviamente corrotti) invece mostrano una tendenza a prendere a pugni donne e ad uccidere bambini. Inoltre pare che Miller abbia la fissazione di far finire a letto Superman e Wonder Woman ogni volta che appaiono nelle sue storie.


C’è poco da fare, Miller s’è rincoglionito secondo me, questo è un totale fallimento.
Non per fare il solito partigiano, ma se volete leggere un capolavoro, leggete All Star Superman, su questa serie non troverete UN SOLO parere negativo!

Clark Kent per primo

Ieri, leggendo l'ultimo articolo di Newsarama riguardante il Superman Panel avuto al Comic Con di Baltimora, tra le tante cose che si sapevano e le domande nerd, mi è capitato qualcosa di interessante.

Più volte, in vari forum mi sono ritrovato ad assistere alla battaglia Superman pre-Crisis Vs. Superman post-Crisis. Tra i vari temi affrontati c'era quello sulla vera identità dell'ex-Ultimo Kryptoniano: si sente più alieno o più terrestre?
Nella Siver Age era molto legato al suo pianeta natale e invece, nella riscrittura del da me sempre acclamato Byrne, venne fuori un personaggio che si sentiva terrestre a tutti gli effeti (un aspetto su tutti: il fatto che arrivò sulla Terra come un feto in una matrice e nacque nel momento in cui Jonathan Kent si avvicinò al razzo).

Dal periodo post-Final Crisis le cose sono cambiate ulteriormente e anche se si ha l'impressione di un ritorno netto alla Silver Age, il risultato non è altro che un mescolarsi dei due passati di Superman. Cosa che dovrebbe accontentare entrambe le fazioni e invece no, manco per niente così che alla seguente dichiarazione di Robinson:
“E' Clark l'identità segreta o è Superman?” Robinson: “Questa è la differenza tra Batman e Superman. Bruce Wayne è l'identità segreta. Invece Superman, lui è per primo un ragazzo di fattoria del Kansas City.”
un utente di Message Boards, il forum del sito ufficiale della DC Comics, ha avuto il coraggio di arrabbiarsi con accuse assurde come ad esempio che uno così intelligente, proveniente da una civiltà alla quale messi a confronto siamo dei cavernicoli, non può essere un campagnolo. Per fortuna gli altri utenti gli hanno fatto notare che non c'è nulla di ignobile o di poco intelligente nell'essere un campagnolo e che questo è il mondo in cui Superman vede sé stesso, non come lo vedono gli altri e cioè sempre come un semidio.

Non posso che schierarmi dalla parte di chi ha apprezzato questo intervento di Robinson. Anche se era una ragazzo speciale, Clark è cresciuto come un americano al quale gli sono stati impartiti dei sani principi da due meravigliosi genitori adottivi.

martedì 23 settembre 2008

All Star Superman #2

Analisi con tutte le varie citazioni colte da me, di questo secondo numero. Potrebbero esserci spoiler, quindi sconsiglio di proseguire a chi non ha già letto l'albo.

Dopo lo shockante finale del primo numero, vediamo una Lois ostica al credere della doppia vita di Superman. La prima volta che ho letto questa storia, non mi era piaciuta come idea, una donna intelligente come Lois non poteva apparire come un'ottusa. Oggi, dopo aver riletto con attenzione l'albo, colgo la bravura di Morrison nel dare una motivazione credibile sul perchè non creda a tutto ciò.
Il modo in cui Clark rivela la sua doppia identità a Lois è completamente diverso da come era avvenuto nell'attuale continuity, in cui il giornalista aveva già conquistato il cuore della donna prima della rivelazione. Anche se Morrison fa un gran lavoro, preferisco di gran lunga la versione in continuity. Rimorchiare una donna nei panni di Superman è la cosa più facile del mondo (questo aspetto lo riprenderò nel prossimo numero, con una specifica frase detta da Lois), ma nei panni di Clark Kent... Non lo vedo come evento quotidiano, anche se il personaggio è molto meno imbranato del pre-Crisis.
Si arriva ad uno dei miei momenti preferiti dell'albo, la rivisitazione della chiave della Fortezza. Gli autori sono magici nel modernizzare un elemento ormai ridicolo per i giorni d'oggi (anche se viene citata la chiave gigante). Credo che molti lettori si siano impersonati in Lois per quanto riguarda le domande, ed ecco subito arrivare le risposte dall'Azzurrone.
Vengono introdotti anche i Superman Robots, visti e rivisti in molte storie anni 50 e 60, dove questi duplicati avevano ognuno una frazione dei poteri dell'Uomo d'Acciaio e servivano per particolari missioni, come quelle che avevano a che fare con la Kryptonite o quelle per la salvaguardia della doppie identità. Ad inizio anni 70 però vennero abbandonati per il cambio di tono che si voleva dare alle storie e come spiegazione fu data che i livelli di inquinamento e le condizioni atmosferiche terrestri avevano reso inutilizzabili i robot. Anche in alcune store post-Crisis si sono rivisti, tutte storie precedenti all'arrivo di Berganza e inedite qui in Italia, mi riferisco al bel periodo di Dominus in cui Superman lascia definitivamente l'identità di Clark Kent, per dedicarsi a salvare il mondo a tempo pieno. In seguito, Schultz (Man of Steel) ha mantenuto in "vita" solo uno di questi robot, messo come guardiano della nuova Fortezza (quella sferica distrutta in For Tomorrow).
Una nota negativa la devo fare per l'interno della Fortezza, dove sì, ci sono molti elementi della Silver Age ma che però sembrano essere messi lì a caso, tutti sparsi.
Rivediamo Kal Kent, direttamente da One Million ma di questo e del collegamento col bel crossover di Morrison ne riparlerò nei prossimi numeri.
Ancora una volta possiamo notare l'immensa forza di Superman che tiene "addomesticato" nella Fortezza, un mangiatore di soli!
Alla forza triplicata e al saper controllare lo spettro bioelettrico, si aggiungono altre qualità dovute al viaggio sul Sole. Gli triplica così la curiosità, l'immaginazione e la creatività ma soprattutto, riceve l'immunità alla Kryptonite. Vedremo a dove porterà tutto questo.
Viene introdotto il Superman Unknown ma di questo non ho dati purtroppo, credo sia la sua prima apparizione.


Analisi All Star Superman #1