The Secret of the Superman Impostor
Testi: Leo Dorfman
Matite: Curt Swan
Chine: George Roussos (Murphy Anderson per la copertina)
Come consuetudine del pre-Crisis, l'Azzurrone spesso e volentieri si ritrova in missioni spaziali, lontano dal suo pianeta adottivo ed è proprio durante il ritorno da una di queste che inizia il racconto, quando, passando nelle vicinanze di un pianeta alieno, Voltran,
viene duplicato da questi esseri bramosi di conquista terrestre, i quali, grazie a un chip nascosto nella testa del falso supereroe, riescono a far provare le stesse sensazioni e ingiurie all'originale. Un modo semplice di sconfiggere il protettore della Terra dato che la copia non ha i suoi superpoteri e può essere uccisa.
Tutta la prima parte della storia gioca proprio su questo, col duplicato convinto di essere l'originale e voglioso di riprendersi i superpoteri. L'originale subisce dei danni lievi (come un gas lacrimogeno) e, ignaro di tutto, si ritroverà in situazioni singolari come quella di lacrimare o starnutire, togliendo addirittura i sospetti da parte di Lois o Jimmy sulla sua doppia identità, i quali credono che il giornalista sia malato.
L'ultima parte vira verso un
tono drammatico, con l'essere sintetico imprigionato nella Fortezza della Solitudine per evitare che subisca danni o addirittura ferite mortali, le quali ricadrebbero anche sull'originale. Periodo nel quale si rende conto di essere solo una copia (momento molto toccante che mi ha riportato a storie analoghe viste nel post-Crisis con Bizarro), optando per l'unica soluzione possibile.
Non c'è che dire,
i copertinisti di una volta sapevano proprio come catturare l'attenzione di un lettore, spesso addirittura spoilerando la storia, altre volte citando un evento non presente all'interno dell'albo.
Amo
il tema della clonazione o dei doppelganger in generale (che siano di un altro universo o di un altro tempo o semplici impostori), la lite del
"sono io quello vero",
"no, sono io!" mi ha sempre colpito fin da piccolo e la cosa continua ancora oggi. Basta guardare la cover di questo numero per capire cosa mi abbia influenzato.
Se proprio devo trovare
un difetto alla storia, punto il dito verso l'intelligenza del doppio, certo, non avendo i poteri non ha neanche la superintelligenza ma nonostante ciò si fa ingannare un po' troppo facilmente dagli alieni. Alla fine aveva ricordi e di conseguenza esperienza del Superman originale.
Addirittura tenta il suicidio quando vede che non riuscendo a fermare il suo doppelganger, ritiene che quella ormai sia l'unica soluzione possibile.
Seppure si tratti di una storia Bronze Age, il metodo di narrazione è molto più Silver Age, storia semplice e senza molte pretese ma con unico pretesto,
saper intrattenere al meglio il lettore.
I
disegni dello storico disegnatore di Superman, invece sono molto più maturi e si nota lo stacco dallo stile che aveva nei precedenti anni.