Nel 1989 i coniugi Menendez vengono assassinati nella loro abitazione. Dopo varie indagini vengono incolpati i loro figli, Lyle ed Erik. In questa miniserie Netflix pubblicata il 19 settembre 2024, si approfondisce la storia dei fratelli, le loro motivazioni e le controverse circostanze del processo.
Cominciata l'8 aprile ma procedendo a rilento per mancanza di tempo, l'ho conclusa il 29 dello stesso mese. È stato quell'appuntamento dopo il lavoro, se mi avanzava tempo tra l'ennesima ri-visione di TBBT, Avanti un Altro e Criminal Minds.
È la seconda miniserie (e attualmente l'ultima) dell'antologia Monster, prodotta da Ryan Murphy, quindi il paragone con lo stupendo Dahmer è inevitabile, partendo svantaggiata.
A differenza della "prima stagione", che andava verso una precisa direzione, basata sui fatti reali del serial killer, questa è ambigua, partendo da un punto di vista, quello dei fratelli, per poi concludere con quello opposto, con un risultato confusionario, tanto che ho fatto il tifo per loro fino alla fine.
Senza informarmi e senza aver visto alcun documentario mi sono chiesto quale fosse la verità. Probabilmente quella che hanno deciso a processo ma allora perché quel tentativo di far simpatizzare per i fratelli, con la loro versione, durante tutti i primi episodi?
Per far rivivere allo spettatore quello che pensava l'opinione pubblica, in una sequenza cronologica, che è passata da un lato all'altro durante il processo?
Non lo so ma il risultato è deludente. Avrei preferito fosse stata più diretta e affine ai fatti reali come per Dahmer.
Nonostante tutto resto pienamente soddisfatto, soprattutto per la regia, fotografia e la bravura di tutti gli attori (e doppiatori italiani). Da vedere!
★★★★☆
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