giovedì 30 luglio 2020

Uploaded: Uno splendido regalo

Non amo il giorno del mio compleanno e da piccolo non era poi così diverso.
La giornata iniziava alla grande: mi alzavo, scendevo le scale, mi dirigevo verso la cucina e ricevevo gli auguri dai miei, con mamma che stava spalmando la maionese sul centinaio di panini (tondi) all'olio, ordinati al forno, nei quali poi ci avrebbe infilato salame, prosciutto cotto e forse anche il crudo. Non esistevano i vegani e i vegetariani venivano emarginati... bei tempi!
All'inizio ero emozionatissimo, in un pomeriggio avevo tutti i cugini per me (gli amici e i compagni di classe non venivano invitati, a fine luglio erano tutti già partiti o comunque avevo perso i contatti a inizio giugno, alla chiusura della scuola) e poi sarebbero arrivati i regali, sperando in più giocattoli possibili.
Era fantastico ogni pomeriggio ma quando giungeva la sera, al momento della torta, cambiava tutto, mi incazzavo e mi infilavo sotto il tavolo per non soffiare le candeline e non essere fotografato (ho sempre odiato essere immortalato, fin dalla più tenera età, oltre due decenni prima dell'arrivo dei social). Mi giravano le palle... evidentemente già non accettavo di crescere e invecchiare (e probabilmente questo ha inciso sulla mia sindrome di Peter Pan).

Tra alti e bassi, ci sono stati i regali, chi mi regalava un fottuto vestito e chi un giocattolo (costoso o meno, lo adoravo a prescindere da quelle schifezze tessili). Dall'inizio dell'adolescenza la qualità cala, sempre di più ma superato il quarto di secolo, le sorprese non mancano e 10 anni fa, il mio primo compleanno con LEI, ho ricevuto questa:


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