Storia: J. Michael Straczynski
Matite: Shane Davis
Chine: Sandra Hope
Copertina: Davis
Iniziamo con l'edizione, quando si ha una bella confenzione è sempre un bel piacere. Un ottimo cartonato senza l'odiosa sovracoperta che si rovina sempre troppo facilmente. Ottimi i puntini in rilievo, compresa la S sul petto di Superman, che è anche lucida. I colori, rosso e nero, faranno la gioia dei milanisti ma al di là di questo si accostano bene anche se magari un blu notte sarebbe stato più conforme al personaggio.
Il fumetto. Criticato da una parte, lodato dall'altra, esaurito in pochi giorni e già pronto per la prima ristampa. Cosa ci presenta? Sicuramente un Superman diverso, più affine ai giovani d'oggi, anche se visto il formato, dubito raggiungerà molti giovani. Una versione con un Clark d'età più vicina agli adolescenti, più fico, tenebroso, addirittura emo su alcuni aspetti (vedi la depressione e il capello), con qualche elemento realistico.
A qualcuno hanno pesato di più questi "stravolgimenti", a qualcuno di meno. A me? A parte la depressione, sono riuscito a mandare giù questo Clark, ripetendomi che ci troviamo in una Terra alternativa.
Alla fine questo volume mi ha tenuto incollato per un'intera domenica sera. Una cosa rara per uno come me, abituato alle letture seriali, un albetto al mese, che legge i volumi in più giorni. Quindi ha raggiunto l'obbiettivo di intrattenermi alla grande.
I disegni di Davis, a dispetto di alcune critiche che ho letto, sono ottimi al 90%, peccato per alcune tavole in cui si è perso un po' nelle anatomie. Ma si trattava di eccezioni, non della regola. Città e astronavi vengono rese molto bene (a parte Roma, non ho capito cosa volesse ritrarre, il Colosseo forse?).
Non ho molto digerito il sorrisetto da finocchio quando per la prima volta si traveste da Clark occhialuto. Sorriso preso da Val Kilmer.
E ora veniamo ai mini particolari:
- carine le strade dedicate ad Ordway e a Jurgens ma mi ha fatto strano vederle, non sono né morti e né si sono ritirati
- Jimmy Olsen quasi coetaneo a Clark mi ha fatto storcere il naso all'inizio ma dopo l'ho apprezzato, magari fosse così anche nelle serie regolari, non dico fin da subito ma oggi, dopo oltre 10 anni di carriera al Planet... Mi ha ricordato la versione determinata di Kirby
- la spiegazione sul perché non indossare una maschera, parte bene, perché la gente si deve fidare e con un viso scoperto è più facile, ma finisce male dato che torna la vecchia teoria, sbagliata, in cui la maschera è Clark Kent
E per ora è tutto, aspettando il prossimo volume!
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