La Morte Va In Scena è un altro gran bel numero (sembro un disco rotto)!
Ho trovato molto interessante che venisse trattato l'argomento della corruzione dei palazzinari, qui a Roma ce ne è più di una di queste merde mafiose malavitose e che meriterebbero una bella pugnalata al petto da Diabolik ma purtroppo non esiste.
Ho trovato fantastico sia il camper modificato (non accadeva dal numero di giugno dello scorso anno, Il Gioco Degli Inganni, col Yamaha Tricity che diventava un segway) che il citofono manomesso.
Durante la vicenda del giornalista ho trattenuto il respiro fino a che non si è arrivati al dunque, in un modo che non mi aspettavo. Suspense da capogiro, standing ovation per chi l'ha ideata, tra tre soggettisti e uno sceneggiatore, non so a chi dare il merito.
Non ho apprezzato molto il rimando a Il Grande Diabolik n. 1, le didascalie "vedi il numero..." non vorrei mai incontrarle su questa serie ma comunque il non aver letto quella storia non ha creato alcun problema ed è la cosa più importante.
Finale da applausi, sia per ciò che fa Lui, che per ciò che fa Eva.
Bellissimi i disegni di Angelo Maria e Marco Ricci (fratelli?) in uno stile classico che adoro.
Quarta di copertina davvero bella, Matteo Buffagni mi ha ricordato il mitico Lee Bermejo ma con un tratto più pulito, anche se mi sarei aspettato più la tizia che raccoglieva le firme.
Nessun commento:
Posta un commento