Prosegue l'avventura ad Hamilton County con ospiti Batman e Robin, che porta alla luce sottotrame seminate fin dai primi numeri della serie.
Anche se solo in un sogno, mi è piaciuto vedere Superboy più grande e con un vero costume. Molto più carino di quello attuale e improvvisato.
Jon va in missione col padre e Damian ma mi chiedo: e la scuola? Non ci sono le vacanze perché nella perlustrazione vede i suoi insegnati e i suoi compagni (questi ultimi che stanno prima in una classe di scienze ma poi si ritrovano al luna park del molo... proprio non capisco!).
A quanto pare tutti sanno dell'esistenza di Superboy, almeno nella contea di Hamilton e questa faccenda non mi convince affatto. Preferisco, come per il padre quando è stato il misterioso super ragazzo, che sia una leggenda metropolitana, non un supereroe di dominio pubblico come tutti quelli conosciuti.
Le matite di Gleason ottime come sempre.
Col nono numero di Superwoman cambia lo scrittore e nonostante mi piacesse il lavoro di Jimenez, non posso che essere contento dato che K. Perkins ha una scrittura normale, quindi addio al mensile più logorroico degli ultimi anni!
Ad ogni modo la serie si mantiene sugli ottimi livelli a cui ci aveva abituato.
Unica cosa che non capisco: come può l'Azurrone contare su Lana, per l'imminente minaccia, quando questa non ha più i superpoteri? Mi sembra una pretesa egoista, come fa notare anche la rossa.
Segovia, già visto su Action Comics, ci regala delle buone tavole ma d'innanzi alle precedenti di Jimenez o della Lupacchino, purtroppo appassisce.
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