sabato 4 dicembre 2021

Alan Ford n. 354 Lo Spirito di Natale (1998)

Soggetto e sceneggiatura: Max Bunker
Disegni: Paolo Piffarerio
Copertina: Dario Perucca
Casa: Max Bunker Press
Prezzo: L. 3.500
Data d'uscita: dicembre 1998
Per chi è totalmente digiuno dalla serie: Wikipedia

Il Gruppo T.N.T. debutta a teatro col classico di Dickens, nell'ennesima rivisitazione parodistica che vede i personaggi di una serie adattati ai ruoli di Canto di Natale.
Si comincia che manca poco all'inizio dello spettacolo, senza che venga spiegato come siano finiti in quella situazione. E non verrà svelato neanche alla fine. Così, tutto a caso.
Il cast:
  • Numero Uno, ovviamente, è Scrooge, che qui diventa Skrok.
  • Bob Rock è il suo impiegato, usando il suo vero nome.
  • Alan Ford fa il nipote.
  • Conte Oliver fa il defunto socio, usando il suo vero nome.
  • Grunf è il servitore, usando il suo vero nome.
  • Cariatide e Geremia sono i raccoglitori di fondi per i poveri.
  • Super Ciunk, Tromb e Grande Cesare sono i tre spiriti.
Ma si addobbava già l'albero in quegli anni?
Non c'è molta differenza dall'originale se non qualche cambio di personaggio e situazione. Alan è il figlio del fratello di Skrok. Bon ha 3 fratelli da sfamare anziché moglie e figli (è la prima volta che li vedo e mi chiedo se siano veramente i suoi fratelli, di sicuro sono parenti perché si somigliano tutti). Non mi pare che Scrooge avesse un servitore... nella versione di Zemeckis c'era una domestica.
Il bello sta nel finale assurdo e divertente, quando la storia prende una piega del tutto differente da come può ricordare chiunque abbia visto una delle venti milioni di versioni alternative. Alla fine Skrok si redime ma...

Simpatiche, seppure senza senso, le comparse storiche che si vedono nel pubblico, come Garibaldi, il conte di Cavour e il re Vittorio Emanuele II.


Nell'editoriale delle ultime pagine, Max precisa che non si tratta di un inedito, che questa storia è stata pubblicata 6 anni prima sullo Special n. 2. Essendo stata sfortunata, la meno venduta di sempre, per colpa di un ritardo dovuto a un errore di tipografia, ha deciso di riproporla nella serie regolare.
Doveva averla particolarmente a cuore, perché al suo posto, data la mediocrità, avrei preferito tenerla nel dimenticatoio. È stato simpatico vedere il gruppo T.N.T. in questi ruoli ma ciò che manca è qualcosa legata all'agenzia, un intrigo spionistico, una truffa (c'è solo quella che ho inserito nello spoiler). Niente di niente, c'è solo il cast che si limita a svolgere il ruolo di questa versione alternativa di Canto di Natale a teatro.
In più (o in meno) per la prima volta da quando leggo questa serie, ho avuto difficoltà a leggere la maggior parte dei balloon per una forte mancanza delle virgole. Un risultato macchinoso e grammaticalmente scorretto e non mi capacito del motivo.
Da recuperare solo se ve lo ritrovate gratis sul comodino e non avete di meglio di natalizio da leggere.

4 commenti:

  1. Troppo pedissequi insomma. ahaha dai, il bordello! Ma era proprio la prima volta che facevano il canto di Natale?

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    1. Non leggo da molto Alan Ford e anche se la maggior parte dei numeri che ho letto sono natalizi, da quel che ne so è stata la prima volta.
      La svolta cinica finale, soprattutto la ciliegina sulla torta col bordello, è l'unica cosa che salva questo numero 😝

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  2. Sì, secondo me non è nelle corde di quel poco che ho letto del gruppo TNT però secondo me è scritta bene come parodia, il punto dei Natali passati, presenti e futuri è molto molto triste come deve essere la storia del Canto di Natale. Però poi il finale ti riporta un po' sulla Terra, nel senso che quelle persone come Bob e i suoi fratelli per cui dicevi "oh poveretti, vivono nella miseria e negli stenti" poi sono dei delinquenti anche loro ^^

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    1. A parte l'assenza delle virgole, non dico che è scritta male ma solo che le manca qualcosa e il finale non basta, è un contentino ma che ne so? Qualche cattivo o spia che irrompe a teatro? Il Gruppo T.N.T. che stava recitando in incognito per attirare un soggetto ad andare a teatro e incastralo? Sono le prime cose che mi vengono in mente. Invece resta una parodia cruda, col finale cinico che non mi è bastato.

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