Non è un numero natalizio, non è Quella magia! Se siete qui per il quotidiano post natalizio, perché siete dipendenti da questo periodo come me e non vi importa di questa recensione, allora vi rimando ad un post di 4 anni fa, dell'unico Diabolik "natalizio" mai realizzato:
Sceneggiatura: Rosalia Finocchiaro e Andrea Pasini
Disegni: Giuseppe Di Bernardo
Copertina: Matteo Buffagni
Casa: Astorina
Prezzo: € 2,80
Data d'uscita: 1 dicembre 2021
Ogni gioco di prestigio nasconde un trucco, e nessun mago è disposto a svelare i suoi segreti. Diabolik lo sa meglio di chiunque, essendo a suo modo un illusionista, ma vuole lo stesso scoprire dove è finito il magico anello di Harry Weisz.
Un romanzo sull'illusionismo, che inizia 110 anni nel passato, ai primi del '900 con un grande mago.
Prosegue 100 anni dopo e poi si arriva ad oggi. Ma la magia non è il solo collegamento, perché per coinvolgere il Re del Terrore bisogna anche inserire un gioiello, un anello realizzato dal mago del secolo scorso e poi acquistato dal mago dei giorni nostri, il conte Manors. Alla magia si aggiunge l'eredità, quella che lascerà il conte ai quattro nipoti, una volta che non ci sarà più e per non far finire l'anello nelle mani di Diabolik, escogita un ultimo trucco.
La trama è incentrata quasi del tutto su questi aspetti, così lui lo vediamo poco. Per poche pagine quando viene fregato da un trucco di Manors, divertente sia il momento che quello successivo in cui rosica, e nell'ultima parte. Come ho scritto altre volte, a me piace quando la storia si concentra sugli antagonisti, soprattutto se è intrigante come questa.
Se da una parte le vicende del conte e dei nipoti tengono incollati fino alla fine, ad essere fiacco è il colpo che il ladro ed Eva devono mettere a segno, senza colpi di scena, con idee/strategie piatte (ma sempre efficaci) che si susseguono nella totale linearità. Anche quando Diabolik ricicla un trucco di illusione è prevedibile una pagina prima, tanto da rendere del tutto inutile lo spiegone di una pagina che ne sussegue. Meglio la rivelazione finale su dove si trova veramente l'anello ma anche questa è fiacca.
Trona ai disegni, dopo un anno esatto, Di Bernardo, bravissimo come lo ricordavo!
Il giudizio finale quindi prende due direzioni. Se si è "diabolik-ocentrici" e si valuta solo il colpo allora si resta delusi, non arrivando neanche la sufficienza. Se invece si sanno apprezzare le belle cornici che spesso capitano in questa serie, anche romanzate come è capitato stavolta, il voto finale sale di molto.
p.s. A tavola 73 c'è un odioso "per tempo". Per chi non lo sapesse è un termine che mi fa venire l'orticaria!
Vero, un numero che deve essere apprezzato per la sua simpatia e per i suoi omaggi al grande autore Alfredo Castelli, diventato qui Alfredo Manors... con tanto di svampita Angie dritta dritta da Martin Mystère! 🤩👍
RispondiEliminaMoz-
Se non fosse stato per la tua recensione, non mi sarei lontanamente accorto degli omaggi 😅
EliminaMa ti dico che me lo sono goduto anche prima di conoscerli 😁
A me piacciono troppo queste lunghe e intriganti situazioni degli antagonisti 😍
Diabolik viene dunque scornato? non ce la fa?
RispondiEliminaComunque capisco la sensazione, anche nei gialli tante volte i finali sono fiacchi, che li leggi e dici embé? solo così? sì, ti ammosciano.
Dai, almeno il contorno era bello, perché anch'esso ha la sua importanza.
Cos'è sta storia del "per tempo"? nel senso di "dobbiamo farlo per tempo"? anziché "in tempo"?
All'inizio viene fregato da un gioco di specchi e un manichino. "Scornato" è quasi esatto perché crede di avere davanti un lungo corridoio e invece c'è uno specchio a 45°, non ci sbatte con la testa ma tira un pugnale contro. Alla fine invece porta a termine il colpo, superando il trucco del conte.
EliminaIo preferisco quasi sempre i contorni alle vicende del o dei protagonisti.
Esatto, hai capito benissimo, "per tempo" lo trovo odioso e cacofonico 😠