Debutto carino per i Super Figli ma accade veramente poco, si vede che il primo story arc è studiato per essere letto tutto di seguito e così ci perde parecchio.
Anche l'argomento del prologo, che suscita curiosità, non viene più ripreso nell'albo.
Damian mi sta sempre più simpatico, quell'odioso arrogante moccioso del pre-Flashpoint è ormai un solo lontano ricordo.
Lo stile di Jorge Jimenez non mi fa impazzire ma mi aspettavo molto peggio, alla fine l'ho digerito.
La seconda e conclusiva parte di Mild Mannered è più un prologo a Superman Reborn, un altro piccolo passo verso la lontana conclusione del Rebirth ma comunque un altro bellissimo passo.
Note:
- perché la chiama "la mia Fortezza" quando si tratta di quella al polo, del Superman New 52?
- perché Steel specifica "la nostra Lois"? Che io ricordi Lana lo aveva tenuto all'oscuro della presenza di due Lois, che una fosse che fosse Superwoman e che fosse morta (quest'ultima parte forse mi sbaglio, l'aveva tenuta nascosta solo a Maggie Sawyer).
- è sempre un piacere rivedere un reperto kryptoniano nato in un periodo che amo (quello della Morte di Superman), come la tuta da combattimento, qui chiamata armatura (termine più corretto secondo me dato l'aspetto).
- la caduta della Fortezza negli Himalya è un indizio sul ritorno imminente allo status quo, dove esisterà solo quella al polo. Che amarezza!
- già era odioso Blanque ma dopo quello che ha fatto spero che crepi presto.
- oltre ad amare robaccia da fast food e a non accorgersi della pioggia, cosa ribadita in questo numero, il misterioso Clark Kent ha anche un autista invisibile... oppure controlla lui la macchina in qualche modo.
Disegni di nuovo in duo, il giudizio resta invariato dallo scorso numero.
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