sabato 5 novembre 2022

Bozze perdute: All Star Superman #3

Ho oltre 50 bozze, molte vecchie di 10 anni e oltre. Le più recenti sono destinate a vedere luce, quelle a metà sono da valutare, mentre le più vecchie sarebbero da eliminare ma dato che la maggior parte sono quasi complete, mi dispiace cancellare dalla memoria quel lavoro che ho fatto tanti anni fa. Questa nuova rubrica nasce per smaltirle e dare loro voce, senza completarle perché è passato troppo e non saprei cosa aggiungere. Così quando non ho un cazzo da pubblicare, ecco spuntare "bozze perdute", senza una programmazione.

Questa risale al 30 giugno 2008, agli albori del blog 2.0 (ricordo che sono attivo dal 2006 ma ho cancellato 2 anni di blogging e manco ricordo cosa avevo pubblicato), ben 14 anni fa!
Inizialmente questo era un blog al 90% supermaniano e mi dilettavo a fare analisi dettagliate sui suoi fumetti, essendo l'esperto numero uno al mondo! Nel 2008 lo stavo facendo con la maxi-serie di Grant Morrison ma mi sono fermato all'inizio.

Analisi con tutte le varie citazioni colte da me, di questo terzo numero. Potrebbero esserci spoiler, quindi sconsiglio di proseguire a chi non ha già letto l'albo.

Storia magica, una fiaba raccontata in toni supereroistici è quella che ci propone Morrison su questo numero, dove un Superman in tutto e per tutto identico alla sua versione Silver Age-iana e di conseguenza super-intelligente (lo è tornato ad essere anche nell'attuale post-IC ma nelle serie regolari in continuity, non è stato mostrato ancora nulla di questo aspetto se non qualche accenno relativo alla malattia al piombo di Lar Gand), crea un siero capace di donare i superpoteri a chi lo beve, per un intero giorno e lo dà a Lois come suo regalo di compleanno. Poste le basi per la storia, la giornalista inizia un'avventura del tutto nuova.
Torna un mitico personaggio del più bel periodo fumettistico di Superman, quello della Bronze Age che aveva ai testi il forse più osannato scrittore dell'Ultimo Figlio di Krypton, Elliot S! Maggin, sto parlando di Steve Lombard, odioso collega burlone di Clark che come hobby aveva quello di torturare il povero mite reporter con scherzi scemi ma che facevano fare delle pessime figure all'eroe in incognito che abbozzava quasi sempre, tranne che per quelle volte in cui si prendeva delle piccole rivincite, usando i poteri in incognito. Quello che ci ripropone oggi Morrison, graficamente è molto diverso dal suo alter ego anni 70 e non è chiaro che rapporto abbia col collega occhialuto, invece caratterialmente resta invariata la sua arroganza. Si è visto anche nel primo numero ma scopriamo che è lui solo ora visto che viene nominato.


Si è parlato molto dell'ottima formula con cui viene realizzata questa serie, mi riferisco al fatto che ogni numero è leggibile a sé, nel terzo numero si ha un'ulteriore conferma e lo si può capire con l'entrata in scena di due personaggi inediti, Samson e Atlas, dei viaggiatori del tempo che da quanto si può capire, conosco da tempo sia Lois che Superman.
Sono mai apparsi in qualche albo di Superman? No.
Sono mai apparsi in questa serie? Neanche.
Nonostante questo, Morrison è riuscito a inserire nella storia due personaggi per i quali, oggi come oggi, si sarebbero dovute fare infinite ricerche su internet solo per capirci qualcosa. Ti inserisce in un contesto tra passato e futuro, senza che necessariamente ci sia stato un passato, e non è una strategia di un autore medio che stuzzica l'interesse del lettore, per poi poter raccontare l'origine di quel determinato fatto, in seguito, Morrison li prende, li utilizza e poi li scarta, senza troppe pretese.


Chi pensa che Superman sia un tipo tutto muscoli e niente cervello, si deve essere perso sicuramente qualcosa e Morrison ce lo ricorda per più di una volta in questo numero, dove l'Azzurrone dimostra la sua diplomazia evitando i pugni. Nonostante questa sua qualità, non manca certo di vederlo veramente alterato, e quando capita, riesce a incutere paura anche se è un tipo solare. Questo dimostra che è buono e caro ma non fategli dei torti che potrebbero mettere in pericolo le persone che ama (come in questo caso, Lois), altrimenti son guai.

Un appunto particolare lo volevo fare ad un doppio senso di una parola inglese visto che chi leggerà questa serie in italiano si perderà una battuta carina. Parlo di quando Superman decide di smetterla con la competizione coi due viaggiatori del tempo per la "conquista" di Lois, per evitare che qualcuno si faccia veramente male e, per istigarlo a tornare, gli danno del codardo e uno esclama. Il termine "yellow" significa sia "giallo" che "codardo" ed ecco che in italiano si perde il doppio senso, peccato.


Concludo con qualche appunto sparso:
- Divertente la battuta di Samson verso Atlas, che dice di aver visto Lois guardargli il "pacco".
- Il super-olfatto è un potere che m'ha fatto sempre abbastanza ridere, secondo solo al super-ventriloquismo, ma fortuna che non viene nominato spesso. Lois che sente l'odore degli alberi in Canada... Mah...
- Finale odioso visto che Superman aveva una domanda per Lois che voleva porle da tempo. Non possono infilarci la pulce nell'orecchio e poi chiudere la storia... Speriamo che verrà ripresa questa cosa.
- Interessante il ragionamento sul fatto che è normale che una persona si innamori di Superman, ma del tutto particolare che uno come Superman si innamori di una persona media come Lois.

E ora il pezzo forte, la più bella tavola di tutto l'albo, una delle più belle in assoluto viste in tutta la serie:



Per questa rubrica è tutto, appuntamento al prossimo episodio!

2 commenti:

  1. Io ho adorato questo lavoro, in particolare adoro le opere neo-silver, quel filone teorizzato dallo storico Peter Sanderson: recuperare la Silver Age e aggiornarne le intenzioni così da superare l'età oscura dell'iconoclastia moderna.

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    1. A suo tempo a me non facevano impazzire perché non impazzivo neanche per la Silver Age originale, sono sempre stato più un fan della Bronze Age ma poi mi sono ricreduto.
      Quelle neo, poi, ne prendono i lati migliori, eliminando cose banali che potevano funzionare a quei tempi ma non oggi (tipo il super-ventriloquismo che ho citato), dove serviva tantissima sospensione dell'incredulità. Cosa che oggi rimpiango perché deve essere tutto realistico e veritiero, altrimenti i pipparoli nerd si lamentano. Anche se spesso sono più i lettori casuali, improvvisati o nuovi a uscirsene così sui social.

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