Odori repellenti, urla raccapriccianti e delitti impensabili: per anni ha ucciso le sue vittime senza destare i sospetti della polizia, ma le loro st...
Costretto da quella che mi dorme accanto, che se l'è voluto rivedere una seconda volta con me, ho visto questa miniserie tra il 16 e il 21 ottobre, principalmente mentre pranzavo o cenavo. "Cooosa?" si chiederà chi lo ha visto... eh, sì, ho lo stomaco forte e poi non ci sono molte scene violente o splatter, la maggior parte vengono lasciate all'immaginazione dello spettatore. Cosa diversa se avessi dovuto sentire anche la puzza di carogna o cadavere umano.
L'altro motivo per cui l'ho guardato facendo altro è perché Dahmer è una serie estremamente lenta, tanto risulta difficile restare fermi e concentrati per tutti quei minuti, almeno per me che soffro di iperattività e devo sempre fare almeno 2 cose contemporaneamente, altrimenti è tempo buttato.
Conoscevo bene la storia di Jeffrey Dahmer, qualche anno fa ho visto un documentario molto dettagliato ma non lo avevo collegato a questa serie. Poi, appena inizia con la vicina che si lamenta per la puzza e viene mostrato il suo appartamento, ho avuto un flash e ho chiesto a lei "ma è quello che aveva il barile di acido per sciogliere i cadaveri?". Questo per far capire quanto è dettagliata, tanto da riconoscere la sua casa da poche foto che ho visto anni fa.
Ma i dettagli non sono solo nella parte visiva ma anche per la recitazione, un po' di tutti ma soprattutto bravissimo Evan Peters nell'interpretare l'assassino seriale e Andrew Shaver che fa il padre.
La rivedrei? No. Però, nonostante la lentezza, ci sono tanti altri fattori che me l'hanno fatta apprezzare, anche se resta sopravvalutata.
Ah ma allora non è un fastidio solo mio.
RispondiEliminaNon solo su internet, anche tra amici "ao, me sto a guarda' 'na serie troppo fica su un serarchiller..." e io "sì, ho già capito, Dahmer." 😩