Soggetto e sceneggiatura: Gianmarco Fumasoli, Massimiliano Filadoro e Marco Savegnago
Disegni: Matteo Mosca
Copertina: di Maurizio Di Vincenzo, con Valerio Piccioni e colori di Emiliano Tanzillo
Casa: Bugs Comics
Prezzo: € 3,50
Pagine: 96
Data d'uscita: 30 dicembre 2020
Nelle cupe stanze di una scuola d’arte, una giovane vita è stata spezzata. Un’indagine che porterà Samuel faccia a faccia con un orrore sconosciuto…
Di nuovo, come accaduto nello scorso numero, il protagonista si ritrova a dover investigare sotto mentite spoglie, in una sorta di operazione sotto copertura, con tanto di autoironia quando ammette che come agente segreto fa pena (pag. 29).
In incognito deve indagare su un'oscura presenza all'interno della scuola.La serie non si smentisce, passano i numeri ma riesce sempre a inserire nuovi temi.
Pur restando sul paranormale e sull'esoterismo, stavolta non c'entrano nulla i demoni, il rosso se la deve vedere con una scuola d'arte che parrebbe infestata.
Come è riuscita a dare una visione diversa delle possessioni, ne dà una diversa sui luoghi infestati, con una delle teorie che uno scettico come me riesce ad accettare, ovvero che sono i luoghi ad assorbire la violenza di determinati eventi e a renderli animati.
Ma questa è solo l'idea da cui attinge questa storia, dietro c'è di più, senza riportare dettagli per evitare spoiler.
AUTOMATON
Sul finire della prima metà, un personaggio parla del suo periodo (artistico) automaton, ovvero un automa meccanico, una macchina in grado di operare in modo autonomo.
Questo aspetto mi ha ricordato opere steam punk come la serie di videogiochi Syberia o il film Hugo Cabret.
Attorno a questa pratica girano i simulacri, che si possono vedere in parte anche nella sola copertina. Ovviamente c'è molto di più dietro ma evito di riportarlo per evitare spoiler.
Dico solo che avrei approfondito di più questo aspetto, quello più affascinate e raccapricciante, che invece risulta un po' vago.
Qui sono Allerta Spoiler: esseri umani trasformati o almeno è questo ciò che ho capito. La testa è ancora del cadavere ma questi automi sono animati da ciò che resta dell'anima della vittima? Forse ma non è chiaro. O almeno io non l'ho capito. Il professor Grassvogel era già un simulacro al primo incontro con Samuel?
Piccolo indizio su ciò che verrà. Come anche scritto da Fumasoli nell'introduzione, "una storia che comincia a gettare le basi di quello che vedremo tra qualche mese."
Mi riferisco al rosso che viene definito un "sensitivo inconsapevole", ovvero ancora non conosce il suo vero potenziale.
CHE BRUTTA LINGUA L'ITALIANO!
È già capitato in passato ma forse non l'ho riportato. Mi riferisco alla pratica tra quelle che odio di più, ovvero inserire aggettivi (o qualsiasi termine) inglesi in una frase italiana, anche quando non è necessario, in perfetto stile bimbominkia o imprenditore milanese fallito. O parli tutto italiano o parli tutto inglese, metà e metà è da coglioni! Capisco che i personaggi sono scozzesi ma non ha senso far loro inserire termini inglesi in frasi in italiano?
A pagina 58 la direttrice della scuola se ne esce con un "non un pitch per un romanzo di Dan Brown"... ma che cazzo stai a di'? A parte che non ho colto perché conosco a malapena autore e romanzi ma poi era così difficile riproporlo nell'italo idioma?
A pagina 65 due studenti vedono Samuel sotto la pioggia incappucciato e uno se ne esce con "ti offendi se ti dico che sei davvero creepy, così sotto la pioggia?". E tu, autore, ti offendi se ti dico che sei proprio stronzo, oltre che bimbominkia?
- Ho scritto una story per il Samuel Stern, cazzo figa, very very spaventosa, ambientata in una school con qualche prof. crazy! -
Capisci quanto sei ridicolo?
Viva il nazionalismo!
Come si può notare dalle immagini, i disegni sono bellissimi e mostruosamente dettagliati. Ma quei dettagli non troppo pregni che stancano l'occhio, anche quello di uno come me che sta attento ad ogni linea di matita e di inchiostro. Cercando il pelo nell'uovo dico solo che la testa del protagonista spesso è sembrata piatta, troppo schiacciata sul capo.
Un buonissimo numero ma troppo impegnativo per quanto mi riguarda. Non per i dubbi che ho esposto ma perché usa, e forse abusa, di troppi termini artistici e similitudini non alla portata di tutti, alcuni spiegati, altri no ma cambia poco sulla scorrevolezza. Peccato, perché a parte questo, è ottimo!
Anche se non ho capito la trombata finale...
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Io ammetto di essermi fatto sfuggire gli ultimi numeri e la cosa mi dispiace. Parecchio anche.
RispondiEliminaInvece io ho continuato a comprarli tutti (tranne un numero che ho mancato), speciali compresi, anche se non li leggevo... così per oltre un anno ma ora, una volta a settimana, voglio rimettermi in pari!
EliminaQuesto lo avevi comprato e letto? In tal caso, condividi le mie critiche o sono esageratamente stronzo io? 😆